Domani alle 11 (con Comelianti e Teatro Zumellese) il primo di una serie di tre appuntamenti nel cuore del capoluogo
Le portatrici, Tina Merlin e Ida Pilotto. "Fortemente donna" torna a Belluno
Il Corriere delle Alpi - venerdì 19 luglio 2024 - pagina 34 - sezione Giorno & Notte
"Fortemente Donna" è il titolo del teatro itinerante che l'8 giugno scorso aveva portato in centro a Belluno, sei compagnie amatoriali della Provincia: Bretelle Lasche, Farine Fossili, Teatro Zumellese, Comelianti, Lavori in Corso e Se Queris. Rispondendo all'invito di "Unione Italiana Libero Teatro" le attrici e gli attori avevano raccontato storie di donne bellunesi, testimoni importanti, spesso ignorate, nella Storia e nella Società bellunese. Su iniziativa del Consorzio Centro Storico, l'evento viene riproposto in tre sabati, tra luglio e agosto, con l'esibizione di due compagnie per volta.
Si comincia domani alle 11 in Via Psaro: i Comelianti metteranno in scena "Gerle. Il peso della guerra sulle spalle e nel cuore", un ricordo dedicato alle portatrici del Comelico nella Prima Guerra Mondiale, donne che, con sacrifici e sofferenze, hanno aiutato i soldati in montagna, portando loro viveri, indumenti, armi pesanti e rischiando la loro stessa vita. Eroine che qui vengono ricordate tra scene e dialoghi emozionanti.
Alle 11 e 30, in piazza Mazzini, la Compagnia del Teatro Zumellese, proporrà "Leggere, scrivere e far di conto", pezzo incentrato sulla storia vera di una maestrina, fresca di diploma, che si trova ad insegnare in una scuola di un piccolo paese di montagna verso la metà del Novecento, con le ferite della guerra ancora fresche e vive nella memoria. E non sarà una vita facile per la giovane insegnante che dovrà far fronte ai pregiudizi e alle ostilità dei "benpensanti", compreso il parroco che vede nella sua apertura e disponibilità, lo zampino del demonio. Le postazioni delle Compagnie, nei sabati successivi sono sempre in Piazza Vittorio Emanuele e in Via Psaro, con gli stessi orari.
Sabato 3 agosto, le Bretelle Lasche rievocheranno alcuni fatti vissuti da Tina Merlin durante la Resistenza, tratti dal suo libro autobiografico "La casa sulla Marteniga". Mario Rigoni Stern a cui la scrittrice giornalista aveva consegnato il manoscritto, scrive nella prefazione: «Sono stato preso dall'inizio alla fine da questa storia, una storia da non dimenticare perché sta dentro la Storia, non fuori». Sono pagine, vive, sincere e drammatiche, testimonianze riportate col suo stile diretto e immediato che va subito al cuore del problema e che, a volte, non manca di ironia. È la storia di una donna dalla forte personalità, «che non ha voluto restare serva, che non ha voluto tacere, che ha sempre lottato contro tutti i fascismi, anche per la nostra dignità e libertà» conclude lo scrittore di Asiago.
Seguono le Farine Fossili in "Ida Pilotto, la Duse della pedagogia", storia dell'educatrice feltrina, dotata di grandi creatività, ingegno e capacità di tener viva l'attenzione dei bambini, tanto che i suoi metodi sono ancor oggi adottati nelle scuole e Fogazzaro la paragonò ad Eleonora Duse. La Compagnia mette in evidenza l'opera della pedagogista rivolta a sviluppare la capacità creativa del bambino con l'utilizzo di colori, ritmi, suoni e figure.
Infine, il 10 agosto, i "Se Queris", con "...Emigranti", vanno ai tempi in cui anche le donne emigravano, come le balie o le "ciodete", le giovanissime, quasi bambine, lavoratrici stagionali nei masi del Trentino. Ma l'attenzione si concentra sulle valigie di cartone legate con lo spago, sorrette da mani femminili che coraggiosamente s'imbarcavano per la "Merica", come la mitica Anna Pauletti Rech. Rimasta vedova, con i sette figli, lascia Pedavena per giungere al Rio Grando do Sul, con un viaggio che possiamo immaginare lungo e faticoso. Quello che Rech avvia come punto d'incontro e accoglienza per gli emigrati italiani, diventerà una città "Ana Rech", fondata da una donna, invece che dal solito conquistatore.
I cadorini di "Lavori in corso" in "Mani forti e delicate" raccontano la storia delle ostetriche, una volta chiamate "comari" nel senso di "con-madri", quelle figure coraggiose che affrontavano strade e sentieri a piedi o in bicicletta, a tutte le ore del giorno e della notte, per essere accanto alle donne nel momento più importante della loro vita.
Lina Beltrame
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