Lo spettacolo:
Lo spettacolo:
Lo spettacolo:
Lo spettacolo:
in un appartamento, due donne trascorrono insieme l’ora del the, sorseggiando il caldo e saporito infuso. L’immagine confortevole cela però una verità differente, fatta di passione e di distruzione. È Cristina, madre, moglie, casalinga brillante, ad avere una personalità diversa da quella che sembra, o è Nora, manager intraprendente, a nascondere la sua vera indole? Perché e chi ha dato il via a questo scontro spietato?
Alla base di questo scontro c’è una situazione sociale ad oggi piuttosto comune: una coppia di genitori decide di divorziare, le figlie vengono affidate al padre, che convive con Nora, la nuova compagna, nella casa dove prima abitava con la moglie. Cristina, la ex moglie, decide di riprendere possesso di ciò che le è stato tolto, comportandosi come se nulla fosse accaduto: prepara il the, prende i biscotti, armeggia in quella che ormai non è più la sua cucina. La tensione di questa assurda situazione cresce sempre di più, specie quando Cristina getta un’ombra su una possibile condizione di pericolo per le figlie e si arriva ad uno scontro fisico tra le donne. Siamo di fronte a due persone che in fondo si assomigliano e che si lasciano travolgere dai sentimenti. Cosa può accadere quando la passione prende il sopravvento sulla ragione? Possiamo trasformarci, fino a divenire irriconoscibili persino a noi stessi. È difficile non pensare ai fatti di cronaca dei quali siamo fin troppo abituati a sentire parlare. Problemi, difficoltà quotidiane che scatenano reazioni violente ed estreme.
Appunti di regia: «Lo spettacolo è nato dopo un percorso laboratoriale nato qualche anno fa. Avevo incontrato un gruppo di donne del Cadore appassionate con le quali ho avuto il piacere di lavorare e di portare una visione sul teatro, la recitazione e il cinema, una visione sulla vita, prima della pandemia.
Con alcune di loro abbiamo mantenuti i rapporti e abbiamo deciso assieme di provare a tornare in scena nonostante le difficoltà dopo quasi tre anni.
Sabrina Colognese mi ha proposto di lavorare sul bel testo di Letizia Sperzaga, l’ho letto e abbiamo organizzato un percorso con degli appuntamenti, nonostante le distanze.
Il testo mi è apparso subito molto interessante, ma per alcuni aspetti molto verboso. Così ci ho messo mano, riadattando alcune cose. La condizione femminile, il ruolo di madre, la coppia, e la maschera che indossiamo quando mettiamo piede su questa terra, già dalla nascita.
Da attore quale sono ho pensato subito che la cosa migliore, sempre, è quella di puntare sugli attori, sul loro lavoro, l’ascolto e la relazione, elementi fondamentali che purtroppo oggi in scena si vedono e si percepiscono poco. Avevo pensato ad una scena scarna, vuota, poi abbiamo aggiunto piccole cose funzionali alla storia mantenendo il lavoro attoriale come obiettivo principale, sempre. In scena c’è solo un divano e un tavolo.
C’è una mia visione della storia ovviamente, c’è una mia visione della donna e della madre... C'è una visione sulla vita, non sicuramente edulcorata.
Come nei laboratori che propongo assieme alla mia associazione “D.e.V.A.” Dimensioni E Visioni Artistiche nata a Pordenone nel 2018, focalizzo il lavoro sul corpo, la relazione e l’ascolto. Un approccio che porta verso un naturalismo cinematografico, ma che individua passo dopo passo i micro e macro obiettivi dei personaggi nella storia.
Anche in questo piccolo lavoro con le due attrici abbiamo lavorato per gradi; è un lavoro continuo che va approfondito giorno dopo giorno, anche dal punto di vista tecnico. Sono legato ad un tipo di teatro non convenzionale, anche per il mio percorso attoriale, e per il cinema vale lo stesso discorso.
Bisogna, di questi tempi, assolutamente ritrovare una comunicazione chiara, diretta, anche se visionaria, ma estremamente poetica.»
Enrico Bergamasco
Testo: Letizia Sperzaga
Regia: Enrico Bergamasco
Personaggi
Cristina: Sabrina Colognese
Nora: Fabiana Polli